sabato 25 settembre 2010

Dal Genio alla follia.......


Dal genio alla follia……..

Era , mi sembra qualche tempo vicino alla fine degli anni ’60.

Le ragazze tedesche avevano scoperto che nella riviera romagnola si potevano incontrare focosi e ruspanti ragazzotti italiani. Fu , per quanto ne so io, una delle prime forme di turismo sessuale del dopoguerra.

Pensai di far notare la cosa: feci una foto e misi nelle vetrine delle “ Botteghe di Fulgenzi” gigantografie che ritraevano una modella tedesca sdraiata su di un letto di fortuna con alcuni oggetti intorno molto eloquenti: scarpe da uomo, un fiasco di vino, una valigia. Una scritta: Benvenute in Italia!

Un giudice di Firenze prese male la cosa, confiscò le gigantografie e mi denunciò per offesa al comune sentimento del pudore.

Quella foto , oggi del tutto innocente, offendeva in quel momento “ il comune senso del pudore”, cioè , in parole semplici, le persone e soprattutto i minori, non erano in quel tempo pronti, “ preparati” a ricevere e sopportare l’impatto di una immagine simile e non erano in grado di poter assorbire e controllare gli effetti che una foto del genere poteva generare.

Si comprende quindi che Il comune senso del pudore cambia nel tempo e va continuamente ridimensionato, adattato ai nuovi standard di vita e di costume: quello che scandalizzava qualche diecina di anni fa, oggi può essere propinato anche a giovani adolescenti.

Ho pensato quindi che la stessa cosa dovrebbe valere anche per il pensiero e per tutte le sue esternazioni. Solo 50 anni fa ,molte classi sociali, certo le più umili ma in fondo la maggioranza, si esprimevano ancora utilizzando proverbi e modi di dire. Pochi pensavano di esprimere concetti in contrasto con il pensiero comune. Se andiamo indietro di qualche secolo troviamo addirittura gente mandata al rogo per aver espresso pensieri che sembravano audaci, contrari alla pubblica credenza. In questa sorta di censura repressiva, ricordiamo incapparono anche scoperte scientifiche obiettivamente esatte, ma colpevoli solo di mettere in dubbio quanto fino ad allora si era ritenuto vero.

A prescindere da questi eccessi,la legge fino ad oggi, si è preoccupata di regolamentare l’ uso della forza fisica ma sembra per contro, non aver stabilito alcuna regola per disciplinare l’uso della forza della mente che è altrettanto ma anche molto di più dirompente.

Non c’è regola o legge o protocollo che stabilisca quanto può correre sfrenata la nostra mente, fino a qual punto è lecito pensare, ragionare, riflettere, dedurre, esprimere e quale sia invece il punto dove dobbiamo fermarci, quella riga immaginaria che stabilisce un confine netto tra pensiero accettabile e consentito e invece, pensiero esagerato, che va al di là del “ pensiero comune”, che supera quel peso che la “ sensibilità” delle persone “ normali” è disposta ad accettare, o meglio è preparata ad accettare dovendo quindi essere tenuta al riparo da un uso scellerato e esagerato della mente. Quel pensiero dirompente che rasenta il “terrorismo di pensiero” in quanto è in grado di mettere in crisi , dimostrare nulli o inconsistenti i principi base su cui si regge il comune sentimento del vivere. Il reato di “ offesa alla pubblica decenza”, va ridimensionato continuamente via via che la pubblica decenza tracima da ogni argine e appaiono superate e anche ridicole le regole che lo controllano ma nessuno ha mai pensato di porre un argine alla forza del pensiero con il reato di “ offesa al pubblico pensare”

. Io mi domando quindi se dovrebbe esistere un codice di comportamento per l’ uso della mente e se esistono regole, dove e come sono codificate o come si possa fare se per caso ancora questo strumento non è stato previsto.

Oggi ragionando, discutendo e dibattendo si sono messi sotto la lente di ingrandimento del ragionamento e del dibattito, situazioni come il sesso, la famiglia, le razze, le classi sociali, l’ apprendere e l’ insegnare, l’ edilizia di massa, il giusto prezzo ma insieme anche la produttività e lo sfruttamento, il progresso tecnologico e la salvaguardia della natura. Questi e molti altre situazioni, che sono alla base del nostro sistema di vita, non hanno retto all’ analisi spietata del ragionamento estremizzato, hanno mostrato i punti deboli o discutibili ,hanno perduta tutta la loro validita ,e sono state travolte e sgretolate, spesso distrutte senza che nulla le abbia sostituite.

L’ umanità, ha le sue regolette codificate ed entro quelle costruisce le sue giornate e organizza la propria vita .Ciò che io mi domando è semplice : è giusto, è logico, è moralmente accettabile che il ragionamento metta in crisi il sistema esistenza che le persone si sono nel tempo costruite anche se risulta chiaramente fondato su basi prive di valori assoluti e quindi opinabili ????

Un mondo più razionale sarà più vivibile o si trasformerà in una sorta di ghetto per le masse, dominate da una aristocrazia di pazzi pensatori???

Dobbiamo con regole rigide e censorie, salvaguardare la tranquilla sopravvivenza di questa umanità, anche se il “ sistema” è basato su principi dubbi e discutibili o dobbiamo proseguire nell’ analisi fredda e razionale di situazioni razionalmente insopportabili , nella loro condanna e nella distruzione sistematica di tutto quanto presta il fianco a discussione e contestazione ????

E soprattutto sappiamo dove eventualmente ci porterà tutto questo?????


Articolo pubblicato nel numero di Settembre della rivista Valley Life

martedì 7 settembre 2010

La tribuna delle Autorità


Ho visto la Giostra del Saracino a Tele San Domenico. La trasmissione è iniziata con interessanti interviste ai principali protagonisti da parte di tre conduttori dotati ( due di loro) di microfoni rigorosamente spenti. E' un modo innovativo di fare interviste : ognuno si immagina ciò che vuole e non ci sono polemiche.
Il Saracino è , come tutte le cose che non hanno una vera tradizione , qualcosa in continuo divenire. Tutti quelli che hanno un' idea bislacca la tirano fuori, spesso le realizzano. Gli sbandieratori, con la Giostra del Saracino non c' entrano niente: è qualcosa che abbiamo sfacciatamente rubato al Palio di Siena che come si sa è gioco del '500 mentre il saracino è gioco " di guerra" del 2- 300.
Ora gli sbandieratori, che esportiamo come la pizza e altre amenità, crescono a dismisura per far fronte( suppongo) alle richieste del mercato- Questa volta la piazza era piena.
Quando ho fatto il saracino io negli anni '50-60, gli sbandieratori non c'erano, avevamo solo dei portatori di bandiere come si addice ad una truppa che si avvia alla battaglia. Non c' erano giustamente damigelle e altre cose che attengono più a tornei che si svolgevano di fronte ai nobili per loro sollazzo che a una truppa pronta per la battaglia . Anche alcune musiche sono state aggiunte in attesa forse di presentarsi a X factor.Anche i costumi cambiano, sempre più brutti e approssimativi, con simboli , riporti e particolari e tessuti che non appartengono all'epoca .I fantini calzano stivali da cavallerizzi a Piazza di Siena.
Nel Saracino quindi cambiano molte cose, ma una cosa ho notato è costante , immutata, intoccabile: la tribuna per le autorità.Al centro di normali e scomode tribune di ferro , ogni volta montate fra mille puerili polemiche, si trova una zona che anche Google definisce " zona VIP" attrezzata con più comode sedute in plastica .
I biglietti per quei posti ambitissimi e super ricercati, sono inevitabilmente gratuiti e sono, per quanto ricordo io, oggetto di una caccia accanita da parte dei possibili " aventi diritto".
Quando ero Capitano di Santo Spirito io, nessuno ci dava una lira e tutti lavoravano volontariamente e gratuitamente per l' occasione. Non facevamo una cena neppure fra noi dirigenti e organizzatori.
Oggi sento parlare di compensi sostanziosi a fantini, si parla di cene che evidentemente devono essere anche un notevole affare sempre a danno, naturalmente, di chi la ristorazione la fa ogni giorno e ne risponde osservando oneri e regolamenti.
Ho visto quindi la bella tribuna VIP , tutta con sedili arancione, mentre tutto intorno si trova la tribuna con panche di ferro dove siedono quelli " normali" , quelli che non sono VIP, che non sono Autorità, amici o parenti di Autorità, quelli cioè che hanno pagato, e credo abbastanza.
L' ingresso delle Autorità o dei VIP, non so come chiamare questo guazzabuglio di strana umanità, è tutto da vedere e da godere. Arrivano a gruppetti, sorridenti e felici. Si guardano attorno per vedere i fortunati mortali che come loro hanno avuto il privilegio di sedere nella zona eletta. Si salutano con la mano , si guardano in giro, si fanno vedere: non si vergognano, non si vergognano mai.
In prima fila il Sindaco, quello che dovrebbe dare il buon esempio e che potrebbe invitare tutti a pagarsi il posto . Quando io facevo abbigliamento negli anni '80 con la Fulgenzi Clothing Company avevamo fra i Clienti i Magazin du Nord di Copenaghen. La compratrice veniva giu ad Arezzo, faceva gli ordini e poi organizzava la sfilata a Copenaghen. Quando c'era la sfilata lei pagava il biglietto di ingresso come tutti gli altri. Ma Copenaghen è lontana da Arezzo.