mercoledì 14 luglio 2010

I Tedeschi...i Tedeschi !!








Eravamo sfollati a Tregozzano , per star lontani dai bombardamenti americani che ogni giorno prendevano di mira Arezzo , e con la precisione di quei tempi , questo significava bombe a tappeto da Santa Firmina fino a oltre il Campo Santo. Noi eravamo a Maccagnolo, oggi piazza San Donato, proprio nel centro della festa.
A Tregozzano resistemmo un bel pò, ma poi proprio gli ultimi giorni prima del passaggio del fronte decidemmo di tirarci un pò più in disparte, lontano dalle strade di grande traffico utilizzate per la ritirata. Gli Inglesi traccheggiavano nella Val di Chiana , arrivavano fino all' Olmo con una bella fascia di sicurezza tenuta dagli indiani e loro un pò dietro a sparar cannonate e bere thè.


Il 13 di luglio a piedi con il Petrini, il contadino che ci aveva ospitati fino ad allora , ci avviammo verso Poti.Proprio sotto Poti nel versante opposto a Pietramala il Petrini aveva dei parenti, una manna di Di,o un posto isolato dove certo nessuno sarebbe passato : le guerre seguono a volte le strade più scorrevoli. Arrivammo su verso le 5 di sera; sul pianoro proprio sulla vetta del colle proprio sotto Poti, una ventina di ragazzotti sedevano in circolo chiacchierando. Solo pochi avevano , mi sembrò un fucile da caccia , forse uno o due moschetti: gli altri niente. " non ci siamo visti " ci consigliò con decisione uno di loro e noi subito demmo assicurazione.
Da li seguendo un sentiero tra ginestre e quercioli arrostiti dal sole, arrivammo alla casa, o meglio alle case perchè erano due a distanza di pochi metri una dall'altra. Eravamo una cinquantina di persone e noi trovammo alloggio nella prima casa: diciassette persone in una stanza. Ci dissero che poco sotto c' era il Mulin del Falchi . Non ricordo la serata . Alle cinque di mattina il babbo cominciò a correre terrorizzato tra la finestra ed il letto, scavalcando le persone distese a terra . Mormorava di continuo" i tedeschi , i tedeschi" e ci diceva di star zitti con una grande agitazione, e noi di rimando a dire a lui di star fermo e non farsi sentire. Poi cominciarono a risalire quelli che avevano rastrellato giù al Mulino mentre un tedesco era di guardia dietro la casa. Alcune raffiche di mitra confermarono la drammaticità della situazione..

Salivano con le braccia alzate e le mani dietro la nuca, i tedeschi urlavano :" banditi, raus banditi"
Un tedesco entrò nella cucina della nostra casa, io che ero per terra vidi le suole dei suoi scarponi da sotto la porta che lui stava per aprire . Il vecchio contadino della casa si lamentava vicino al grande camino della cucina: " mi faccia almeno mettere le scarpe disse....il tedesco che stava appoggiato proprio alla nostra porta fece due urli," bandito..fuori raus..." e si allontanò per spingerlo fuori con il mitra dietro la schiena .Quello che era di guardia dietro la casa tirò una bomba a mano nella stalla delle bestie, proprio sotto la camera: un gran sobbalzo. Sentimmo altre urla, lamenti e poi silenzio. Si erano incamminati tutti verso la cima del poggio dove avevano lasciato i camion, e la nostra porta non l' avevano aperta.
Dopo aver tentato di spengere l'incendio che avevano appiccato alla casa vicina ci allontanammo da li in preda ad un terrore che ora sento ancora bene : non sei capace di pensare, di riconoscere ed amare le persone, di rispettare nessuna regola se non quella della sopravvivenza e della salvezza.
. Ormai gli inglesi avevano deciso di entrare ad Arezzo e noi allora decidemmo di passare il fronte. A Gello sulla strada da Poti ad Arezzo incontrammo terrorizzati, l' ultimo tedesco. Impietriti aspettammo che ci sparasse a tutti: bevve sotto gli occhi attenti di una ventina di persone, un bicchier d'acqua, poi tirò fuori di tasca un bigliettino e ci chiese " Bologna ????"tutti e venti insieme indicammo un punto al di la della montagna e lo salutammo . Fu l'ultimo tedesco che vedemmo; arrivati agli archi trovammo un inglese con l'elmetto a paiolina sulla testa ed una paletta in mano : " patate????"era arrivato il consumismo. Tutti quelli rastrellati tra Mulin del Falchi e Pietramala furo portati a San Polo e poi , dopo sapemmo, che li erano stati barbaramente torturati e uccisi. Neppure uno mori , come certificò il medico di Tregozzano, per colpi di arma da fuoco. Tutti furono uccisi a percosse, sepolti ancora vivi e finiti con la dinamite. Non ci furono battaglie, non ci furono atti di eroismo ricordo solo un terrore immenso .
Sono tornato a quelle case dopo molto tempo. Avevo provato più volte ma un terrore insopportabile mi assaliva quando arrivavo nelle vicinanze e più di una volta ho rinunciato. Poi ci sono andato, le case sono diroccate, distrutte, abbandonate. Un silenzio impressionante sembra il collante unico che mantiene tutto, alberi, piante, viottol,i sassi, ogni cosa ferma a quel moment,o a testimonianza di una tragedia incomprensibile. Non una targa, non un cartello a ricordare che i tedeschi sono passati anche da li .Ogni volta che vado risalgo sconvolto fino alla cima del colle: Arezzo appare giù nella valle e festeggia i suoi stupidi rituali di ogni giorno.

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