Sono fiorite come sempre, come quando ero ragazzo. Anche allora, le piante bruciate dal ghiaccio e piegate dal freddo, si risvegliavano tutte assieme, come rispondendo ad un unico richiamo e si infiorettavano di tenere foglioline, verdi che vedevi crescere a vista d'occhio. Poi fiori colorati e delicati completavano la grande rinascita e tutto sembrava ripercorrere un cerimoniale eterno, sempre uguale, sempre meravigliosamente stupendo.
Anche quest'anno i fiori sono tornati , sono arrivate le rondini, i terreni corrosi dal ghiaccio si sono nuovamente coperti con un tappeto incantato , un verde splendido ha ricoperto tutto in mille sfumature diverse.
Sembra che il mondo sia sempre lo stesso, pare che anche il famoso buco dell'ozono , se mai è esistito, si sia in qualche modo ridotto, anzi quasi scomparso. La natura ha mantenuto i suoi ritmi, la sua forza è immutabile e tranquillizzante.
Qualcosa però è cambiato: ha piovuto molto e quando io ero ragazzo e pioveva le capanne delle nostre campagne erano animate dai contadini che approfittavano del maltempo per fabbricare o riparare gli attrezzi da lavoro . Mentre gli acquazzoni primaverili facevano sgocciolate gli incerti tetti delle capanne, gli uomini con accette, sgorbie e roncole si dedicavano alla produzione di scale, bigoni aratri etc.
Il rumore delle sciole sui legni da formare si diffondeva rassicurante per le aie fino a che il buio non richiamava gli uomini ai doveri di ogni sera: accudire le bestie nelle stalle .
Così trascorrevano le piovose giornate primaverili una volta.
Oggi non ci sono più capanne, non si fabbricano più attrezzi, non si coltivano spesso neanche più le campagne e si preferisce lasciarle incolte.
Non ci sono più aie , ne bestie nelle stalle da accudire. Un' umanità scomposta emette lamenti continui in attesa che qualcun altro provveda a quanto necessario.
Se piove troppo a lungo il problema non è che i raccolti possono andare male e portar miseria dove non ci vorrebbe. No, il problema è che non si può andare al mare nel fine settimana , non si può fare la gita in bicicletta, non si può passeggiare rumorosamente nei centri commerciali.
Non si semina più, non si coltiva, non ci si preoccupa del raccolto, della produzione. Sentivo stamani che un azienda ha scoperto che con una parte di operai in cassa integrazione produce lo stesso e guadagna di più. Altri sento dire, asseriscono che " non merita"......" non ci credono più"...., vogliono solo smettere ( ???!!?), Un disarmo generale , in attesa che qualcuno provveda , dimenticando che la regoletta del seme da mettere in terra e far germogliare è sempre valida e che la natura ci ricorda, con i suoi ritmi immutati , che all' impegno della vita non ci si sottrae così facilmente. Noi siamo la parte malata della natura, altro che buco dell'Ozono!!!!