
In America mi invitavano alla televisione per partecipare agli spettacoli della mattina per stupire le massaie americane con quei grandi fiorelloni che riuscivo a tirar fuori dal nulla in poco più di due minuti. In Sud Africa più intelligentemente pensarono che poteva essere un modo piacevole per far utilizzare le mani a tutti quei ragazzi che avevano un handicap e cosi mi ritrovai ad insegnare in un ospedale specializzato nel recupero utilizzando sistemi che univano impegno e passatempo. Con le ciclette i pazienti azionavano seghetti da traforo e intaglavano figure di legno e vassoietti, i giocatori di scacchi facevano i loro esercizi per le dita giocando ma...semplicemente prendendo le pedine con delle mollette la cui resistenza veniva via via graduata. Io insegnavo ai ragazzi a far fiori anche se le condizioni di alcuni erano veramente difficili
A Firenze, nell' esclusivo e severissimo collegio di Poggio Imperiale, invece molte studentesse furono punite e consegnate senza libera uscita perchè avevano osato addobbare le loro camerette con i fiori di Fulgenzi.
A Milano organizzammo una grande festa, per questi fiori, al Santa Tecla che allora era gestito dal mitico Jak La Cayenne, proprio dietro a piazza Duomo..Festeggiammo alla grande e tutti ebbero un grande fiore come segno di libertà e gioia di vivere. Fu una festa generale. Vennero anche tutti i cantanti famosi del momento per farsi fotografare con i nostri fiori.
Spesso cerchiamo soluzioni strane e difficili e invece basta un pò di fantasia ed un buon progetto.Molte aziende oggi dovrebbero riflettere: spesso la soluzione è più semplice di quanto non ci aspettiamo, e questo probabilmente è proprio il momento di riconsiderare con entusiasmo progetti che apparentemente sembrano troppo semplici ma che coltivati con determinazione ed intelligenza possono portare a grandi successi. Rinunciare per seguire i soliti sogni di grandezza potrebbe rivelarsi un errore imperdonabile.
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